Criminologia clinica
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Una società complessa è ricca di contraddizioni. Il bene e il male non sempre sono così evidenti, a volte hanno uno specifico colore, a volte convivono insieme e appaiono altro. A volte chi può fare più male è molto vicino, a volte è la persona che più si ama, sempre origine di profonde, apparenti, incurabili ferite. Le colpe e le sanzioni spettano ad altre competenze.
Molti anni fa dopo un master di tre anni presso l'Università La Sapienza di Roma in Criminologia Clinica e Psicopatologia Forense, iniziai a trattare in psicoterapia casi sempre più delicati di cui pochi vogliono occuparsi. Ci sono vittime che riescono a sopravvivere a comportamenti gravissimi, ma che portano con sè segni di una violenza che dopo essere stata fisica, resta nel tempo con invalidità psicologiche alla vita. Sono anime graffiate da storie che si incontrano con quelle degli autori di quelle ferite. Altri che a loro volta, al di là di rispondere delle loro azioni, necessitano di essere curati, per restaurare se stessi o per evitare che le cose accadano ancora.
Qui di seguito poche parole, ma alcune immagini che contribuiscano a sensibilizzare chi ne riconosce la necessità e siano un primo aiuto per qualcuno.
Aggressione e criminalità situazionale
Violenza domestica - autori e vittime
Violenza sessuale - Vittime e Sex offenders
Pedopornografia - autori e vittime di reato
Bullismo - Autori e vittime
Stalking e femminicidio - autori e vittime di reato
Abuso sui minori - autori e vittime di reato
Sindrome di Medea
PROGETTO DI SOSTEGNO PER MAMME E BAMBINI IN DIFFICOLTA’
Sono centinaia le mamme che ogni anno temono di perdere il controllo e compiere un gesto assurdo: TOGLIERE LA VITA CHE ESSE STESSE HANNO GENERATO. Questa incomprensibile e drammatica ossessione porta quelle madri ad avere paura di stare sole con il proprio figlio, quella creatura che hanno generato e amato ancor prima che nascesse. Un qualcosa che non si comprende che invade la mente, se ne impadronisce, e alterna il suo manifestarsi al domandarsene la ragione, fino al timore delle conseguenze che, nel migliore dei casi sembra condurre alla pazzia. Un sentimento inconfessato e incomprensibile a chiunque. Il partner, i famigliari e le persone più care sembrano le meno adatte con cui condividere ciò che non si comprende e già di per sé si giudica con durezza; nessuno sembra adatto ad ascoltare veramente la verità dei pensieri così incontrollabili e così contro natura. Ma si può guarire? Si può avere esatta coscienza di ciò che sta avvenendo e di ciò che è avvenuto? E come convivere con la consapevolezza di aver tolto la vita a un bambino o di averlo anche solo pensato?
Il Progetto Medea, e non poteva non chiamarsi così, nasce esclusivamente per occuparsi di questa situazione, dalla fase iniziale in cui insorgono le prime incomprensibili fantasie, fino all’intervento di sostegno terapeutico nei confronti di chi, di quelle ossessionanti fantasie, ne è diventato azione e vittima. Un problema di estrema gravità, di rilevanza sociale apparentemente incomprensibile, ha la sua soluzione. Le mamme che hanno sofferto di se stesse ricorderanno di aver passato un momento difficile e con serenità torneranno ad abbracciare i propri figli e le loro lacrime saranno di gioia.