Testimonianze 1
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Alcune testimonianze che raccontano storie di uomini e di donne che hanno avuto il coraggio di affrontare le proprie paure e sconfiggere il disagio, la malattia, a volte la morte.
Brevi frammenti di storie di eroi di tutti i giorni che hanno accolto l'invito a fare della propria esperienza di vita, di dolore e del lavoro insieme, uno stimolo a non arrendersi mai e a cercare, volere sempre una soluzione. Un dono a chi legge, un esempio della meravigliosa sensibilità dell'animo umano.
A loro il mio ringraziamento personale per aver voluto condividere ciò che abbiamo vissuto insieme e che nel tempo ci unisce.
Le testimonianze sono firmate con l'iniziale del nome e gli anni al momento dell'invio del testo.
indice - testimonianze 1
- Incidente stradale, ora cammino guardando il cielo e le rondini
- Libera dalla mia storia
- La vita da una diversa angolazione
- Claustrofobia, ora cammino senza paura
- Era più di un anno che non uscivo di casa
- Superamento del lutto e psicofarmaci
- Emicrania e parto, ipnosi strumento straordinario
- Steatosi epatica, ora sono più determinata e meno arrabbiata
- Una mamma: endometriosi, psoriasi articolare, depressione
- Sorelle e gemelle: una storia, tre vite difficili
INCIDENTE STRADALE, ora cammino guardando il cielo e le rondini
Ho conosciuto il Dott. Comello lo scorso autunno ad una serata al Circolo dei Lettori dove ho partecipato con interesse ad una presentazione sull’Ipnosi. Sentir parlare anche di conoscenza e trattamento degli effetti dello stress post traumatico, unitamente all’ascolto di diverse esperienze terapeutiche, mi ha convinta ad approfondire la conoscenza di questa tecnica. Sono sempre stata una persona dalla mente aperta, interessata e incuriosita dal funzionamento della mente umana. Gli indiani d’America dicono: “prima di giudicare la vita di un uomo cammina tre giorni nei suoi mocassini”. Nell’ormai lontano 2007 la mia vita si è ampiamente trasformata, fermandosi e poi ripartendo in condizioni profondamente stravolte. Nell’agosto del 2007, nel corso di un soggiorno estivo in Liguria, ho subito un gravissimo incidente stradale, riportando trauma cranico, lesioni multiple e la frattura bilaterale dei piedi con conseguenti lesioni molto gravi. Ho subito 6 interventi, con saldatura della caviglia destra e riportato postumi invalidanti. Pochissime erano le speranze che potessi tornare a camminare. Il percorso è stato dolorosissimo, lunghissimo e lentissimo. La frattura di entrambi i piedi ha comportato un periodo di 8 anni di ricostruzione, di cui 5 anni di camminate assistite con stampelle: i primi 3 anni di sedie a rotelle e girello e gli ultimi 2 anni impiegati a lasciare gli ausili, dovendo IMPARARE di nuovo a camminare con due gambe, supportata dall’uso di plantari. La mia mente ha sopportato un dolore disumano, ha dovuto capire che, se i piedi dovevano tornare lentamente a ricostruirsi, questo avrebbe comportato una deambulazione diversa, compromessa, rallentata, dolorosissima. All’inizio di questo percorso profondamente contorto ho capito che sei avessi voluto TORNARE a CAMMINARE avrei dovuto forzare il meccanismo della deambulazione per non rischiare di restare su di una sedia a rotelle. Sono arrivata allo studio del Dott. Comello a novembre 2014 avendo percorso buona parte della mia strada impervia, sentendomi dire negli anni che sarei stata condannata a convivere con i dolori e che questi erano dovuti anche ad un eccessivo carico per un’esagerata deambulazione. Per fortuna non mi sono MAI fermata ad analizzare la superficie delle cose e mi sono concessa anche questo ulteriore percorso terapeutico. In questi 9 mesi di ipnosi e lettino neurosensoriale è stato accelerato il percorso di ripresa, riducendo il dolore, migliorando l’umore e l’ansia derivante dal percorso doloroso durante il quale poche persone mi avevano garantito un netto miglioramento. In questi mesi siamo riusciti ad ottenere risultati sorprendenti in brevissimo tempo (se paragoniamo 7/8 mesi a 7/8 anni). Il profondissimo dolore provato e sopportato in 8 lunghi anni ha fissato una rigidità dell’anima e di tutto il mio corpo. La parte sensoriale, neuronale è stata messa a dura prova e questo ha comportato un alzamento della mia soglia di percezione della mia fisicità, della consapevolezza della presenza di un corpo pesantissimo che è stata sempre fonte di fortissimi dolori. Il percorso di ipnosi ha permesso di liberare la mia mente da una prigione. La mia vita, la mia anima ed il mio corpo sono stati LETTERAMENTE IMGABBIATI, SCHIACCIATI e IMPRIGIONATI. La mia mente come un cavallo RIOTTOSO non voleva seguire il percorso che io e le riabilitazioni le IMPONEVAMO. Questo percorso mi ha permesso di liberarmi dal dolore dandomi la speranza di avere un futuro migliore. Specificatamente, durante una delle ultime sedute, ho percepito uno spiccato ammorbidimento delle rigidità ossee, muscolari e tendinee. Ad una visita medica approfondita in queste ultime settimane è stata riscontrata un’assenza di infiammazione ossea. La mia mente aveva assimilato l’idea che camminare volesse dire SOFFRIRE. Il tentativo di CONTROLLARE il corpo dolorante ha comportato un fossilizzazione della sofferenza psichica ed INVECE attraverso l’ipnosi la mia mente ha imparato a non resistere, a lasciarsi andare, a liberarsi. Quel percorso di FORZATURA OBBLIGATORIA che in passato era associato AL DOLORE, attraverso il meccanismo di ipnosi, non è più stato una FORZATURA. Siamo riusciti a portare avanti la riabilitazione ad un livello più naturale possibile. Sono consapevole che il percorso sarà ancora in divenire e che dovrò convivere con dei limiti, ma finalmente sgombra da SOFFERENZE INAUDITE. Ora all’automatismo del passo E’ STATA ASSOCIATA LA POSSIBILITA’ DI CAMMINARE QUASI IN ASSENZA DI DOLORE, CON MAGGIORE NATURALEZZA E SPONTANEITA’. Forse non ci rendiamo conto di quanto sia importante il camminare, quanto significhi essere liberi di muoversi, essere indipendenti. La consapevolezza di potersi muovere nello spazio rappresenta la “coscienza di sé”, perdere il controllo sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri pensieri e sulle proprie emozioni. “Essere e funzionare sono INSCINDIBILI”. Quindi non camminare vuol dire smettere di vivere. Ovviamente il regalo non è stato limitato alla sola interruzione di dolore. Dopo lunghi anni passati a pensare ai piedi, ad occuparmi di loro, a curarli, l’ipnosi mi ha permesso di “distrarmi”, di trovare me stessa, una me stessa molto più me stessa di quanto io non sia. Questa me stessa è stata rinforzata ed ora mi conosco molto di più e sono orgogliosa di quanto sia stata in grado di ottenere. L’anima liberata è stata in grado di occuparsi finalmente di altre cose; in soli 6 mesi sono riuscita a rivoluzionare la mia vita. Dopo un periodo sentimentale decennale molto doloroso sono riuscita a trovare la forza per chiedere il divorzio, vivere un rapporto sentimentale con grande intensità, ad entrare all’università all’età di 44 anni, a seppellire un papà che ha partecipato ad ogni secondo della mia vita traumatizzata, ad organizzare 2 traslochi con relativa ristrutturazione della casa paterna. Neanche ci credo a quante cose mi siano successe. Se si trova la forza di fare le cose giuste, dolorose, se si ha la forza di sopportare a testa alta le prove che la vita ci porta, il premio non può che “essere grande”. Ora vivo la mia nuova vita, cammino quasi senza pensare di camminare ed inizio nuovamente ad osservare il cielo e le rondini, mentre passeggio per la città.
C. 45
libera dalla mia storia
Questa di oggi è stata la seduta più emozionante. Nel momento in cui la mano del terapeuta si è appoggiata sul mio stomaco, un calore intenso si è propagato in tutto il mio corpo. Dall'epicentro, il mio stomaco, la mia pancia, la mia testa, fino al mio cuore, poi ha tolto la mano e ho sentito portare via da me tutto quello che per me era peso. All'improvviso un emozione, a cui non so dare un nome, inspiegabilmente, improvvisamente mi ha colto, coinvolgendo tutto il mio essere ... due lacrime sono scivolate lentamente sul mio volto. Mi sono sentita svuotata e cullata da una dolce sensazione di benessere. Mi viene in mente la sofferenza della nascita e il pianto liberatorio di ingresso alla vita. Dopo anni ora mi sento libera da mio marito, il mio ex marito; mi sento libera da quel peso angosciante e soffocante che ha invalidato la mia vita, che mi ha resa incapace, con la sua assenza-presenza. Il mio stomaco, il mio corpo e la mia mente ora sono leggeri, sono liberi, sono libera. Grazie
G. 54
La vita da una diversa angolazione
Prima di esporre il mio caso Vi prego, se possibile, di sospendere momentaneamente il giudizio. Ciò non è stato facile per me, essendo il più severo giudice di me stessa e non è facile ora raccontare. Ma se anche solo ad uno di Voi potrà essere utile il mio percorso, allora mi espongo volentieri. Nel 2013 ho iniziato una relazione con un uomo sposato. Dopo un lungo e discreto corteggiamento ho alla fine ceduto, venendo meno ai miei “ solidissimi principi morali ed etici “. Il sentimento che ci legava era profondo ed avrebbe dovuto avere come epilogo la convivenza. Successivi ed imprevisti avvenimenti (che non sto a spiegare) fecero venir meno tale impegno all'uomo di cui mi ero innamorata e a quel punto mi crollò il mondo con tutte le sue finte certezze. Decisi, con dolore atroce, di troncare la relazione, perché non più sorretta da quei principi “etici e morali “che mi avrebbero permesso di portarla avanti ed in nome dei quali sacrificavo il mio amore. Da lì iniziò una lunga notte nerissima. Sapevo che sarebbe stata dura e confidavo nella mia forza, che in tutta la vita mi aveva sempre fatto superare prove molto dolorose, ma questa volta, e per la prima volta, mi scoprii debole e vulnerabile, al limite della depressione che scongiurai per un pelo, grazie alla terapia del Dott. Comello. Non ero mai stata da uno psicoterapeuta e neanche avrei mai pensato di dovervi ricorrere. Poi un'amica mi disse che aveva assistito ad una interessante conferenza di uno psicologo che applicava l'ipnositerapia. Non sapevo cosa fosse, ma ero talmente disperata che telefonai e presi un appuntamento, con lo stato d'animo del naufrago che si attacca ad un salvagente. Cominciai così questo percorso sconosciuto con un misto di scetticismo e di speranza. Poco per volta sentii sciogliere dentro di me antiche resistenze, preconcetti e pregiudizi. Cominciai a vedere gli eventi della vita da una diversa angolazione, fino a giungere, poco per volta, ad una rivoluzione copernicana del mio modo di concepirla. Mi resi conto che la vita ci offre delle opportunità, che non sono in sé né giuste né sbagliate, poiché tutto è relativo, e dipende dall'angolazione dalla quale si guardano. Con questo nuovo stato d'animo ricominciai, dopo alcuni mesi, il cammino bruscamente interrotto e mi resi conto che, giusto o sbagliato che fosse, stavo rinunciando ad un grande amore che la vita mi aveva fatto incontrare e che era ancora sempre lì ad aspettare che risanassi le ferite. Ora proseguo il cammino con uno stato d'animo nuovo e più sereno che, senza l'intervento del Dott. Comello, non mi sarebbe stato possibile realizzare, ed al quale sono molto grata.
P. 60
Claustrofobia, ora cammino senza paura
YUCATAN – novembre 2014
Sono seduta davanti all’ingresso della grotta di Loltun. Mio marito e gli altri turisti sono entrati per una visita guidata. Io no. Io ho paura. Non voglio provare quella sensazione di panico e soffocamento, quel brivido freddo lungo la schiena che mi sono abituali ormai da anni ogni volta che mi trovo in uno spazio chiuso. Rientrata nella mia città, ricevo una mail che mi informa della prossima conferenza del Dott. Walter Comello, uno psicologo specialista in ipnosi che riesce ad aiutare le persone a risolvere i propri problemi. Mio marito assiste alla serata e al rientro mi informa della casistica dei suoi successi. Ma allora perché non provare, forse il Dottore può essere utile anche a me per superare questa claustrofobia che mi limita e mi spaventa. Inizio così una serie di sedute con entusiasmo e convinzione, ma non sempre è facile credere in quello che sto facendo. Non mi sento diversa. Funzionerà? La strada è lunga ed il traffico di Torino stressante e mi sento in colpa a costringere mio marito, che sempre mi accompagna, a questo poco piacevole itinerario settimanale. Ma vado avanti, il Dottore mi rassicura: “ vedrà, lei è già guarita, non le resta che mettersi alla prova”. Belle parole, ma non è così facile.
LANZAROTE – gennaio 2015
Sono seduta su di un muretto, con il biglietto in mano, davanti all’ingresso della Cueva de los Verdes. Sto aspettando l’arrivo della guida per la visita di un’ora a tunnel lavici che si contorcono sovrapponendosi all’interno della roccia vulcanica. Non parlo. Sto ancora decidendo se entrare o no. Perché una volta entrata, se cambio idea, non potrò certo uscire. P., la compagna di tanti viaggi, mi vede e capisce subito. Ecco che arrivano parole di incoraggiamento. Sì, ce la posso fare. Andiamo. Ed è all’interno di queste gallerie che salgono, si intersecano e affondano nella lava che capisco di avere superato il mio problema. Procedo senza timore in quei tunnel profondi e lacrime di commozione inumidiscono i miei occhi. Grazie Dottore.
L. 63
esperienza di ipnosi, era più di un anno che non uscivo di casa
Sono un ragazzo di 28 anni; ho conosciuto il Dottor Comello in un giorno di marzo e ho ringraziato molte volte qualcuno proprio lassù per averlo portato nella mia vita, nonostante la mia età e quindi avendo sempre creduto di dover pensare solo e soltanto a quello che sarebbe stato il mio futuro possibilmente lungo e roseo. Lui mi disse di non preoccuparmi e che tutto si sarebbe risolto con l’aiuto dell’Ipnosi. Come sempre sostenuto da lui, non bisogna credere in questo strumento, ma verificare se funzioni realmente. La prima esperienza in Ipnosi per me è stata un senso di leggerezza profonda, una sensazione che ha coinvolto il corpo e la mente, tutto in quel momento non esisteva, sentivo solo un profondo stato di libertà, eravamo io e il mio terapeuta. Sentivo il mio respiro che si faceva sempre più profondo e rilassato, stentavo quasi a credere che in quel preciso momento la mia mente, che nell’ultimo anno soprattutto mi dava il tormento, fosse completamente vuota. Entrare in uno stato ipnotico vuol dire avere una costante e sempre piacevole sensazione, l’unica cosa che riesci a captare è la voce del tuo terapeuta che in quel frangente ti sta guidando attraverso le parole, quelle parole che per la mente sono come semi. Attraverso l’ipnosi si lavora su una parte di noi che è sempre esistita, ma che noi non abbiamo mai utilizzato e che, attraverso questa bellissima esperienza, viene allo scoperto e allora ci si sente meglio con se stessi e più sicuri dei propri mezzi. Ogni volta che mi sottopongo all’ipnosi, mi sento molto bene e quando finisco sono sempre un po’ amareggiato proprio perché vorrei che non finisse mai quella sensazione. Quando ritorno in studio, durante una mia seduta aspetto sempre quel momento, il momento in cui tutto intorno a me sparisce e l’unico interlocutore che ho sono io stesso, guidato da un professionista che non fa altro che far uscire quella parte di me che ho sempre posseduto, ma non ho mai sfruttato nella mia vita. Come ho detto si semina e alla fine i frutti si raccolgono, come un contadino che lavora la sua terra. Se dovessi rispondere alla domanda: “Cosa rappresenta per te l’ipnosi?", io risponderei sicuramente cosi: “L’ipnosi è uno strumento potentissimo della nostra mente, ma che probabilmente la mente stessa non sa di possedere”. Non c’è bisogno di credere, ma soltanto di provarla e farla propria! Era più di un anno che non uscivo di casa, avevo paura di stare male, di svenire, di cadere improvvisamente come mi era capitato più volte. Non ne conoscevo la ragione e questo ha condizionato la mia vita, le mie scelte. Ora ho ridotto i miei problemi, ho portato la mia testimonianza in una conferenza del Dottor Comello perché voglio che altri come me trovino la loro strada. Ora sono padrone della mia vita, grazie Dottore.
V. 28
superamento del lutto e psicofarmaci
La mia storia è sicuramente come tante altre, ma essendo io il soggetto, purtroppo si è trasformata in un incubo. Avevo 23 anni il 22 febbraio del 2001, tra una giornata di sole e persino una strana aria calda è stato il giorno più inspiegabile, più assurdo, in tutti i suoi sensi, della mia vita. Nessuno era pronto, non c'era nessun presupposto per ciò che stava per accadere e soprattutto io non ero assolutamente in grado di lasciarlo andare, in quel momento, in quella parte del mio percorso, ma soprattutto nella mia vita: avevo solo 23 anni, come i miei fratelli che ne avevano 19 quasi 20, e 16, e poi c'era mia mamma...Dio...mia madre.... In quel periodo lavoravo, facevo l'operaia ma ero in mutua quando arriva una telefonata; un amico ci avvisava che papà non stava bene. Era al giardino, ci era andato con la mia auto perché la sua era dal meccanico perciò chiamo un vicino e io e mio fratello più grande andiamo là, l'altro era a scuola ignaro di tutto. Sono arrivata in una stradina sterrata, interna, c’erano i Carabinieri e mio padre era disteso a terra; lì ormai non era più con noi, non era più con me. Hanno detto che era stato un infarto fulminante, non c’era stato scampo e non aveva sentito dolore né avuto il tempo di prendere il telefono dalla tasca del giubbotto. Lui rimase lì, non ci potevo credere. Andai a casa ed affrontai prima mamma che subito dopo accompagnai lì e poi, imbottina di Valium (datomi da un medico che in quel momento passava di li ed aveva visto tutta la situazione), guidai fino all'Ambulatorio del caro Dottor ..., non potrò mai dimenticare quel nome, entrai quasi come un furia nel suo studio lasciandomi alle spalle chi c'era in coda, lo insultai ma non volgarmente forse il Valium iniziava a fare effetto e comunque non sarebbe servito anche se il mio cuore mi diceva altro o per lo meno avrei voluto fare altro. Gli dissi solo una frase: quel giorno lui aveva ucciso una persona, Mio Padre! Gli ricordai il nome e la cura che gli aveva dato una settimana prima, una pillola per proseguire come sempre la sua vita. I paramedici del 118 quando atterrarono mi dissero, guardando le cartelle cliniche, che mi padre avrebbe dovuto essere in ospedale almeno da una settimana e non in giro a fare la vita di tutti i giorni. Gli dissi che era un assassino, che aveva letteralmente ucciso mio padre! A distanza di settimane seppi che quel medico non era più lì. Tornata a casa iniziò il vero calvario avvisa tutti, chiama gli amici più cari, va a scegliere la bara ...col Cristo a destra o a sinistra, con la Pietà… Anche in quel caso me ne sono occupata io e a nessuno interessava che per noi, che per me, la vita era FINITA. Colleghi di papà, vicini di casa, tutti si sono stretti intorno a noi. Iniziai da subito a prendere dei calmanti per poter dormire, non mangiai più per almeno 3 mesi, bevevo caffè e fumavo; le medicine facevano poco. Ho passato anni a desiderare solo di andare da lui, con ogni mezzo anche il più brutto, e quando ci ho provato, più volte, forse è stato lui o solo un'altra pagina di vita che aspettava di essere vissuta, ma non sono riuscita nell'intento. Continuai con lunghi periodi in cui stavo peggio, altri in cui mi chiudevo in casa e non uscivo. Tutto questo per tanto tantissimo tempo, anzi per anni; a tenermi in vita in quei momenti è stato il mio lavoro che arrivò da li a poco. Uscivo al mattino e rientravo alle 17; non pensavo. Durante tutti questi anni ho continuato con gli psicofarmaci, soprattutto gocce che mi aiutassero a dormire, non riuscivo più a farlo. Gli psicofarmaci mi permettevano di andare avanti e tentare di essere una persona normale. E quando le crisi arrivavano, avevo attacchi di panico e di ira, me la prendevo con me stessa facendomi del male, cercando di procurarmi ferite, non mangiando o mangiando esageratamente, passando dall’anoressia alla bulimia. Mia madre fece molto, arrivò a pedinarmi in casa come fosse un poliziotto; grazie a questo e a diverse liti, riuscii a prendere in tempo il problema ed evitare che causasse danni peggiori! Sono anche arrivata a pensare di vendere la mia anima al demonio in cambio di potermi ricongiungere con mio padre. Ma Lui continuava a non esserci, ad oggi sono passati 14 anni! Fino allo scorso anno il mio medico mi ha prescritto delle pastiglie, sempre ansiolitici; e tra le gocce e le pillole non sono più riuscita a farne a meno. Mi rendevo conto di esser ormai dipendente da queste medicine, ma erano le uniche a farmi stare un po' meglio, a farmi uscire un po' dal mio guscio e nonostante 2 anni fa abbia finalmente incontrato una persona che mi sta accanto in ogni momento, non sono riuscita a smettere di assumere i farmaci. Oltre a quanto mi aveva prescritto lo psichiatra prendevo oltre 100 gocce di Minias al giorno. Dopo 14 anni ho capito che da sola non potevo farcela e grazie alla mia famiglia e soprattutto ad un'amica speciale, ho incontrato il Dottor Comello che mi ha fatto capire che potevo conservare mio padre lasciando andare il dolore e che questo non era l'unità di misura della sua importanza per me; possiamo ricordarci di loro, piangerli quando ne sentiamo la mancanza, ma non dobbiamo morire anche noi e soprattutto non dobbiamo sentire dolore. Non più. Io sono viva, sono viva grazie a mio padre e alla forza che io da sola non avrei mai trovato. Per questo adesso dico un grazie speciale a Lei, Dottor Comello, che con l’ipnosi mi ha salvato la vita! Grazie Doc.
S. 37
EMICRANIA E PARTO, IPNOSI STRUMENTO STRAORDINARIO
Sono venuta a conoscenza del Dottor Comello circa 8 mesi fa per caso, quando mia mamma mi ha raccontato che una sua amica era riuscita a risolvere il problema dell’emicrania con l’ipnosi. Appena l’ho saputo è stato facile decidere, mi sono fatta dare i contatti dello studio e mi sono subito rivolta al Dott. Comello. Al primo appuntamento ho spiegato al Dottore il mio problema. Fin dall’età scolare ho sofferto di emicrania, di varia entità e natura; mi sono rivolta ai vari centri cefalee specializzati in questo disturbo, ma per tutti questi anni nessuno è mai riuscito a trovare la causa del mio problema. Da qui la mia decisione di fare l’ennesimo tentativo con un nuovo tipo di terapia. In media avevo circa 2 crisi al mese, che molto spesso mi costringevano a letto per 3 giorni lontano dalla luce e dai rumori; solo in pochi casi riuscivo comunque a sbrigare le mie solite cose. Come unica soluzione per alleviare il mal di testa mi avevano prescritto farmaci specifici a base di triptani, che in casa non dovevano mai mancare, ma ovviamente in questo modo ho sempre solo curato i sintomi e mai la causa, che non è mai stata chiaramente definita. Si parlava di ereditarietà familiare, di sbalzi ormonali, ma nulla di certo. Probabilmente la causa era attribuibile ad una questione caratteriale, perché da tutti gli esami fatti in questi anni non è mai emerso nessun problema clinico. Così a luglio comincio questa nuova terapia settimanale dal Dott. Comello; l’impressione che ho avuto è stata sin da subito molto positiva, perché l’ho visto molto convinto della possibilità di riuscita e questo mi ha incoraggiata. La cosa sconvolgente è che, contrariamente a quanto mi aspettassi, non abbiamo utilizzato l’ipnosi, per lo meno non nella forma in cui ne avevo sentito parlare perché il Dottore mi ha spiegato che, per poter guarire, era necessario innanzitutto individuare la causa del disturbo. Abbiamo quindi iniziato con una serie di incontri in cui la seduta si limitava, apparentemente, ad una semplice “chiacchierata” (cosa che ho scoperto solo pochi giorni fa non essere così). Gli incontri sono andati avanti settimanalmente e, di volta in volta, ho acquisito nuovi suggerimenti e spunti di riflessione per cercare di affrontare in modo diverso le situazioni quotidiane e cercare di modificare i miei atteggiamenti che fin da piccola, evidentemente, mi creavano dei problemi. Non riesco a definire un momento preciso o una circostanza in cui il cambiamento sia avvenuto, ma alla luce dei fatti devo riconoscere che questo cambiamento c’è stato; senza accorgermene, sono passata da un “prima” in cui ero quasi rassegnata a convivere con i miei mal di testa, ad un “dopo” in cui il mal di testa, almeno per ora, è solo un ricordo. Sull’onda del successo ottenuto nei confronti dell’emicrania e visto il mio attuale stato di gravidanza, il Dott. Comello mi ha prospettato la possibilità di utilizzare l’ipnosi in vista del parto, come aiuto per poter affrontare quel momento con meno preoccupazione e in modo più tranquillo possibile. In questo caso, pur non avendo la possibilità di un riscontro di questa terapia, ho deciso comunque di intraprendere questo percorso, con la speranza di poterne trarre beneficio nel momento opportuno. Premetto che, pur fidandomi di quanto mi era stato detto sull’ipnosi e sui suoi benefici, ero piuttosto titubante all’inizio perché per una persona razionale e controllata come me, il fatto di lasciarsi andare e rinunciare al controllo della situazione era abbastanza difficile, quasi impensabile. Pur sapendo che non avrei mai perso conoscenza, ma che sarei stata sempre vigile durante le sedute, l’idea di dovermi abbandonare e seguire solo le indicazioni del Dottore mi spiazzava parecchio. Devo però riconoscere che, nonostante le prime difficoltà, il senso di benessere che si prova durante e dopo la seduta è davvero quello che avevo sentito raccontare in varie testimonianze: tutto quello che mi circonda in quel momento viene percepito come “ovattato” e l’impressione che ne traggo è come se il resto non mi toccasse; almeno nell’immediato, riesco ad interagire con le cose o le persone in modo molto più armonioso, gestendo eventuali contrasti o difficoltà in modo più sereno. A differenza dell’esperienza fatta con l’emicrania in cui ho un chiaro riscontro del beneficio tratto, non so dove mi porterà e come si concluderà questo percorso, ma ho notato comunque fino ad oggi che mi sta dando serenità e un’armonia generale che mi è di aiuto nell’affrontare i vari momenti della giornata. Sono sicura che questa armonia mi accompagnerà anche durante il parto.
D. 34
steatosi epatica, ora sono più determinata e meno arrabbiata
Ho sempre pensato che la nostra mente avesse delle potenzialità enormi delle quali noi utilizziamo solo una minima parte per cui quando mia figlia mi ha proposto di assistere ad una conferenza del Dott. Comello avente per tema l’ipnosi ho accettato di buon grado. Sono rimasta affascinata da quanto è stato esposto in maniera semplice e comprensibile dal Dott. Comello e da quanto hanno raccontato i pazienti che hanno risolto i loro problemi fisici e psichici attraverso l’utilizzo dell’ipnosi. Io avevo sempre pensato all’ipnosi come ad una pratica che fosse in grado di risolvere soltanto problemi psichici attraverso una manipolazione mentale, ma da quello che avevo sentito non era così. Visto che io soffro da tempo, un decennio circa, di steatosi epatica comunemente chiamata “fegato grasso”, che tutti i medici compreso l’epatologo mi hanno sempre detto irreversibile poiché non esistono farmaci in grado di invertire la tendenza, le uniche possibilità per non peggiorare sono una buona alimentazione, movimento fisico ecc. cose che io del resto faccio abitualmente. Questa patologia, nel mio caso, è molto probabilmente dovuta ai cicli di chemioterapia ai quali ho dovuto sottopormi, ho così deciso di chiedere un appuntamento al Dott. Comello per vedere se nel mio caso l’ipnosi poteva dare qualche beneficio. Così abbiamo iniziato. Premesso che queste sedute di ipnosi sono risultate una cosa semplice e gradevole, da subito mi sono sentita serena e contenta, ho vissuto il primo mese in uno stato di euforia perenne, camminavo praticamente a dieci centimetri da terra, poi questo stato ha lasciato il posto ad un senso di rilassatezza che perdura tutt’oggi, ora sono molto più calma, determinata e meno arrabbiata. Qualche giorno fa ho effettuato un’ecografia epatica per vedere se c’erano stati miglioramenti e sì i miglioramenti ci sono stati, infatti sono passata da un “fegato ad eco struttura diffusamente steatosica” ad “un fegato con steatosi di modesta entità”. Sono quindi sulla buona strada il morale è alto e l’ipnosi è un grande mezzo terapeutico, indolore, affascinante e che oltre a donare serenità e spensieratezza fa anche bene al fisico!
L. 66
UNA MAMMA: ENDOMETRIOSI, PSORIASI ARTICOLARE, DEPRESSIONE
Sono una donna di 62 anni, con molte esperienze di vita, alcune belle e altre tristi come tante persone. Queste esperienze le ho sempre superate, sino a quando non mi hanno toccato la parte più importante, la mia famiglia: F. e L., i miei figli. F. soffriva di una dolorosissima malattia conosciuta come endometriosi che, aggiunta a numerose cisti ovariche, l’avevano portata nel 2009 a rischiare la vita con diversi interventi con l’asportazione di un ovaio e di una tuba. Ogni mese nel periodo premestruale mia figlia era costretta per sopportare i fortissimi dolori ad assumere sedativi. Parlando con amici ci hanno suggerito di conoscere il Dott. Comello e aiutandola per diversi mesi con l’ipnosi, F. è guarita. Sono passati 5 anni e i medici sono ancora increduli della guarigione. La storia non finisce. L., sposato e papà di due meravigliosi bambini, non sta bene, un malessere che diversi medici non riescono a capire; gonfiore alle mani, male alle gambe, schiena, piedi. Dopo molti esami gli diagnosticano una psoriasi interna al corpo per cui hanno dovuto dargli una cura di cortisone e chemio, portandolo alla distruzione di se stesso. Noi come genitori non riuscivamo a capire il motivo di questo stare male che durava da diversi mesi, pur standogli vicino, finché un giorno si sfogò con noi dicendoci che voleva separarsi, abbiamo provato a capirlo, ma dopo tante parole inutili, abbiamo pensato di andare di nuovo dal Dott. Comello che con diverse sedute di ipnosi gli ha tolto tutte le medicine. L. sta bene, ha risolto i suoi problemi di salute grazie al Dott. Comello. Naturalmente per me la famiglia è tutto e la mia persona ne ha risentito portandomi a una depressione anche se non lo davo a vedere. Anch’io un giorno mi sono decisa ad andare dal Dott. Comello, vedendo il mio castello crollare e aiutandomi con l’ipnosi, il risultato è stato efficace. Sto bene, vedo le cose positive e la cosa più importante è che non ho dovuto prendere farmaci neurologici.
N. 62
sorelle e gemelle: una storia, tre vite difficili
Prima di iniziare il percorso la percezione nel rapporto con la mia gemella è sempre stata combattuta, da una parte il sentirmi legata a lei da un filo d'amore speciale e unico, sintonia automatica e indiscutibile, dall'altra la sensazione precisa di un sottile muro impossibile da abbattere, una richiesta continua da parte sua che non potevo/riuscivo a soddisfare. Questo mi ha sempre impedito di comunicare con lei in modo fluido e libero ..... come avrebbe reagito? In che momento si trovava? Avrebbe capito o mal interpretato le mie parole? E naturalmente disagio e sofferenza accompagnavano il tutto. Durante il percorso osservavo i suoi passaggi, sapendo la sua difficoltà, mi sono sentita instabile e un po' triste nello scoprire la sua grande sofferenza di tutti questi anni, ho scoperto una parte che non conoscevo sia di lei che di me, e mi sento più serena, è accresciuto il desiderio di comunicazione e di condivisione, come se fosse finita una guerra fredda. Quel muro si è sciolto, mi sento ascoltata in modo obiettivo, posso comunicare con lei in modo diverso come mai era accaduto prima. Mi sento libera e anche più coinvolta, sento distintamente un equilibrio diverso ed uno scambio armonico, niente più sensazioni di richieste o paura di ferirla, come se iniziassimo ora ad interagire veramente per la prima volta. Con la mia seconda sorella la comunicazione è sempre stata molto buona, anche se "a singhiozzo", periodi di avvicinamento alternati a lontananze, ma di fondo una condizione di serenità pur avendo personalità e vite molto diverse. In qualche modo è sempre stata per me una mediatrice tra me e la mia gemella, spesso parlavamo di lei invece di occuparci di noi, ma non abbiamo mai pensato di condividere le nostre vite fino ad un anno fa. Mi è stata molto utile nella comprensione di momenti miei a cui non sapevo dare spiegazione, a volte molto vicina a volte lontanissima, una relazione discontinua appunto. Durante il percorso l'ho sentita più lontana, come se stesse elaborando una sua condizione interiore, troppo intima per condividerla, ho ragionato sulla nostra adolescenza e ho ritrovato emozioni/sensazioni che avevo messo da parte, per me lei è sempre stata in qualche modo un esempio. Durante il lavoro l'ho sentita arrabbiata, triste e poi più serena con una voglia di leggerezza che mi ha resa molto felice. In conclusione il desiderio di averla/le più vicine ha preso una forma diversa, il bisogno di confrontarmi e condividere con loro momenti, serate e piccoli progetti si è condensato, è presente e lucido. Sono più tranquilla, è come se il rapporto con le mie sorelle avesse nuove qualità di stabilità e continuità. Qualcosa di importante è cambiato. Mi sento che ho una nuova identità rispetto a loro. Grazie Dottor Comello per tutto!
G. 56
Quando ho cominciato il lavoro con lei, caro Dottor Comello, mi sentivo demotivata, priva di entusiasmo, triste, ma soprattutto era la gioia che mi aveva abbandonata, quella che abita spontaneamente un cuore aperto e lo rende palpitante senza motivo. Poi il senso d’inesistenza e di dissolvimento ogni volta che trascorrevo più di un giorno con la mia amata e anelata gemella, in presenza della quale mi risultava impossibile mantenere un’identità. In più, un senso di acuta solitudine aleggiava pesantemente sulla mia esistenza, solitudine che si è velocemente rivelata come il desiderio di un compagno, di una relazione che non credo di avere mai vissuto. Grande è stato lo stupore nello scoprire che proprio il mio antico e mai risolto legame con la mia gemella era la causa del mio stato di doloroso vuoto e profondo senso di mancanza. Tutta la vita trascorsa ad aspettarla, nell’attesa di ricongiungermi con la mia metà, perduta tanti e tanti anni fa. Situazione subita e mai veramente rielaborata, scopro che non mi permette ancora oggi di crearmi un’altra relazione, che possa anche solo definirsi minimamente degna della profondità e della ricchezza del mio in gran parte idealizzato amore per lei. Una vita trascorsa a riempire di significati tutto quello che mi capitava a tiro, senza potermi mai fermare, senza poter veramente godere del presente, proiettata senza scampo in un futuro mai veramente soddisfacente. E una nuova possibilità, mai contemplata fino a ora: amarla semplicemente come una sorella, non più la mia gemella, la persona speciale e insostituibile di prima, ma una sorella che amo senza pretese e aspettative. Molto rapidamente questa possibilità diventa un sentimento che mi permette di lasciarla andare, riconquistando un senso di esistenza e di pace affiorante, sempre più forte. La voglia di costruire qualcosa di stabile nella mia vita, qui dove sono ora, mi sorprende piacevolmente. Le mie giornate iniziano a farsi più colorate, anche la mia relazione con la mia prima sorella mi sembra diventare più solida e definita. Riprendo un po’ di fiducia e il dolore che mi opprimeva il cuore rapidamente si allontana fino a svanire per un’intera giornata! Penso molto meno alla mia gemella e molto di più mi ritrovo a fantasticare su possibili relazioni d’amore con uomini che non sono ancora così sicura di poter incontrare, ma che almeno posso immaginare. La gioia fa capolino qualche volta, mentre osservo il cielo dove la luna si nasconde tra le nuvole proiettando una luce surreale, quando le mie dita scorrono fluidamente sulla tastiera del mio adorato strumento o semplicemente quando mi accorgo di essere viva e ringrazio di tutto quello che ho. Non mi sento più trascurata o poco amata se la mia gemella mi chiama solo ogni tanto e non ho più bisogno di sentirla spesso per rassicurarmi del suo amore. Posso accettare la mia solitudine senza sentirmi isolata, in molti momenti posso perfino sentirla nutriente e soprattutto non ho più bisogno di fare chissà quali cose per cercare di riempirla in qualche modo. Oggi posso stare con ciò che ho, godendomi le cose, senza distinzione tra grandi o piccole, senza quell’agitazione di sottofondo che ha sempre animato la mia vita e che scambiavo per il fuoco necessario alla vita stessa. Sensazione strana per me, essere calma e viva allo stesso tempo. Forse mi sto preparando ad accogliere un compagno con cui potrò condividere tutto questo, ma sulla fiducia che in poco tempo ho conquistato grazie al suo aiuto e all’ipnosi.
M. 56
La cosa per me in assoluto più sorprendente è stata rendermi conto di come alcuni schemi di comportamento pesantemente distruttivi, che mi hanno massacrato la vita, siano dovuti al fatto di aver avuto due sorelle gemelle. Che immenso sollievo, perché allora non si tratta di tare mie inamovibili, posso anche essere qualcosa di diverso. E qualcosa di diverso lo sto sperimentando, nel senso che con loro, e non solo, mi capita di dire o fare cose a cui non ero preparata, come se qualcun altro si muovesse al mio posto. E poi questa sensazione nuova quando sono con loro, di avere il diritto di essere lì, di avere un posto in mezzo a loro, senza dovermi muovere in punta di piedi, senza la paura di sbagliare. Posso anche lasciarmi guardare, non è pericoloso; posso amarle senza vergognarmi perché non mi sento rifiutata. E tutto è moooolto più divertente...
Grazie Dottor Comello.
A. 58