Pediatria
pediatria
L’uso dell’ipnosi con i bambini e gli adolescenti, sebbene abbia radici molto antiche, è stato accuratamente descritto in ambito clinico alla fine degli anni ’50 da Milton Erickson ed Erik Wright. Il proliferare di studi e ricerche, avviati a partire dagli anni ’70, ne conferma ad oggi il crescente interesse in ambito scientifico. Erickson, tra i vari modi con cui descriveva la trance, preferiva anche semplicemente definirla “uno stato di maggiore consapevolezza e di responsività alle idee” (1984, p. 207). Questo particolare stato di coscienza porterebbe quindi i bambini già naturalmente dorati di una notevole curiosità, a scoprire un nuovo e affascinante campo di esplorazione, fornendo loro una speciale e personale “valigetta degli strumenti” utili da usare nel momento del bisogno (es. la pratica dell’autoipnosi).
Indicazioni cliniche
L’ipnoterapia ericksoniana in età pediatrica comprende sia interventi aspecifici finalizzati a sviluppare e rinforzare l’autostima, l’immagine di sé e la fiducia in se stessi (obiettivi fondamentali ed in alcuni casi già risolutivi fino all’età di 10/11 anni), sia trattamenti mirati alla cura di disturbi specifici e al superamento di problemi che a volte, come vedremo, richiedono l’integrazione con altri approcci, come per esempio quello sistemico relazionale o cognitivo comportamentale.
I disturbi e le problematiche infantili e adolescenziali trattabili con la terapia ipnotica sono: dolore, pratiche mediche ed emergenze chirurgiche, disturbi d’ansia e fobie, disturbi del sonno, disturbo post-traumatico da stress, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi psicosomatici e somatoformi.
Inoltre i disturbi del neurosviluppo: disturbo di apprendimento, disturbo dell’attenzione e iperattività (ADHD) disturbo dello spettro autistico, balbuzie, disturbo da tic (sindrome di Tourette), enuresi.
Tecniche ipnotiche
Per i più giovani è molto più semplice entrare in uno stato di trance, dato che spesso, durante la giornata, ciò avviene in modo del tutto naturale e spontaneo, giocando, disegnando, ascoltando la musica o un racconto, assistendo ad una rappresentazione teatrale o vedendo un film, situazioni che assorbono e focalizzano completamente la loro attenzione. In tali condizioni è facile raggiungere uno stato di dissociazione e di maggiore responsività che predispone a idee e stimoli nuovi, utili a ridefinire e modificare la propria realtà. Il più delle volte è quindi sufficiente per il terapeuta utilizzare questo genere di trance naturale e spontanea, molto frequente in età evolutiva, per accedere velocemente all’inconscio.
Secondo Erickson (1984) l’ipnosi avviene nell’incontro con il bambino, si evidenzia così l’importante aspetto della relazione terapeutica che si viene a creare, la cui qualità, basata sulla considerazione, il rispetto e la fiducia nelle capacità del bambino, determina in gran parte la buona riuscita della terapia.
È necessario considerare la possibile difficoltà dei bambini (in età prescolare e scuola primaria) a rimanere in posizione statica e con gli occhi chiusi anche per breve tempo. Per questo motivo l’esperienza ipnotica può strutturarsi attraverso tecniche di induzione indiretta, che non richiedono requisiti formali specifici e possono spaziare dalle tecniche di distrazione (definite anche proto-ipnosi) per i più piccoli, all’uso del linguaggio ipnotico, che orienta verso la trance all’induzione conversazionale, alle conversazioni ipnotiche metaforiche, molto efficaci con gli adolescenti, alle storie, soprattutto quelle create in collaborazione (Fasciana, 2014), integrando le suggestioni del terapeuta e la creatività del paziente Il disegno può aiutare a dare forme e colori simbolici a concetti troppo astratti, come sensazioni ed emozioni, che una volta rappresentate graficamente, possono essere visualizzate e decodificate più facilmente, anche durante la trance. Il gioco può diventare un’esperienza ipnotica relazionale da condividere, oltre che con il terapeuta, anche con i genitori, il coinvolgimento dei quali è spesso necessario. Naturalmente le tecniche qui menzionate includono un ampio uso dell’immaginazione che costituisce un importante aspetto del processo di sviluppo del bambino ed è capace di generare situazioni vissute come reali e realmente in grado di modificare la nostra condizione di vita.
Alcuni casi necessitano di ipnosi più profonda, che implica la possibilità di assumere una posizione fisica più statica. Ci riferiamo per esempio ad alcuni stati d’ansia e di dolore, a disturbi psicosomatici e somatoformi, a problemi medici e alle emergenze chirurgiche.
Il trattamento di ansia e fobie che, in età pediatrica, riguardano frequentemente casi relativi ad ansia di separazione, ansia da prestazione scolastica e sportiva, fobie specifiche, fornisce risultati tramite l’utilizzazione di tecniche come la desensibilizzazione sistematica in trance, la proiezione nel futuro con l’anticipazione del momento in cui si è raggiunto il risultato e la regressione temporale con il ricordo di successi o apprendimenti già sperimentati.
Nel ricostruire la storia dell’esperienza di dolore è fondamentale ascoltare e osservare come il bambino vive e descrive il proprio dolore e aiutarlo a valutarne l’intensità percepita; esistono scale di misurazione specifiche per le differenti fasi di sviluppo, che è possibile inserire anche nella trance come strumenti immaginari utili alla modulazione delle sensazioni dolorose.
A volte è necessario fornire al bambino un rapido sollievo dal dolore (anche in situazioni di pronto soccorso) usando per esempio l’ipnoanestesia locale tramite il guanto magico (immaginario), l’ipnoanalgesia, con il suggerimento di sensazioni già conosciute di freddo, di formicolio, di prurito o torpore, o il respiro per buttare fuori il dolore. A volte occorre rafforzare il modo in cui il bambino affronta il dolore, fornendogli gli strumenti per imparare a gestirlo, magari attraverso il diario del dolore, un viaggio dentro il corpo con un kit di riparazione, o la dissociazione: la jettinson technique (Kohen, Olness, 2011) si è rivelata utile a questo scopo, così come il safe place. In caso di dolore cronico, ricorrente o dolore post-operatorio, vengono considerate particolarmente efficaci la distorsione temporale, la modulazione dell’intensità tramite l’interruzione del dolore e l’ipnoanalgesia attraverso la modificazione delle sensazioni (bruciore, pizzicore, fastidio, freddo, caldo). È fondamentale insegnare ai genitori facili tecniche ipnotiche da utilizzare direttamente con i propri figli, soprattutto i più piccoli, sia a casa che in contesti ospedalieri. L’autoipnosi, quando il bambino è in grado di usarla , è molto utile oltre che nel trattamento del dolore, in quello dell’enuresi, dei tic e dei disturbi psicosomatici e somatoformi, perché fornisce una sensazione di padronanza e autocontrollo nella gestione del sintomo, specialmente se potenziata dalla conoscenza del proprio corpo e delle sue funzioni e da alcuni elementi immaginari, quali per esempio il mantello protettivo, le vernici isolanti con cui ci si può riparare e proteggere, o l’animale/eroe preferito, valido aiutante nella battaglia “contro il nemico”. Nell’ambito della chirurgia pediatrica l’ipnoterapia può rivelarsi utile come metodo di rilassamento e autoregolazione emotiva durante l’anestesia prima di un intervento chirurgico, o per gestire la sofferenza della fase post-operatoria, contando sull’aiuto dei genitori. Molti odontoiatri pediatrici la considerano una buona tecnica in occasione di piccoli interventi chirurgici. È evidente l’efficacia dell’ipnosi nel mitigare e modificare la sensazione di dolore nella cura delle ustioni attraverso induzioni di ipnoanalgesia, e ipnoanestesia. In tali condizioni viene inoltre evidenziata l’importanza dell’autoipnosi e delle suggestioni post-ipnotiche, che con il loro effetto cumulativo dell’esperienza positiva vissuta, attivano modifiche della neuroplasticità cerebrale e a volte velocizzano il processo di riepitelizzazione.
Per mitigare gli effetti collaterali delle cure oncologiche nei bambini malati di cancro, gli ipnoterapeuti (molto presenti nei reparti di pediatria degli ospedali americani) insieme ai genitori utilizzano vari tipi di tecniche che vanno da quelle indirette, a induzioni più formali, facendo soprattutto uso di storie e metafore multisensoriali appositamente costruite e di libri pop up per i più piccoli.
Alcuni studiosi americani si stanno occupando dell’uso dell’ipnosi (in integrazione con altri tipi di intervento tra i quali biofeedback), nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico. Secondo loro, i comportamenti ripetitivi e restrittivi tipici di questo stato possono essere utilizzati come risorse nella trance ipnotica. Le resistenze infatti, nella psicoterapia ipnotica ericksoniana vengono considerate un aiuto e uno stimolo a procedere nella direzione indicata dal paziente. Allo stesso modo, la necessità di movimento viene utilizzata nella terapia ipnotica del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). Nell’ADHD, come nell’autismo, l’ipnosi costituisce solamente un aspetto possibile di un approccio multimodale, che permette tuttavia di rivolgere al bambino uno sguardo differente, oltre che a incidere positivamente sui sintomi secondari.
Secondo alcuni studi, l’integrazione del trattamento psicoterapeutico cognitivo del disturbo ossessivo compulsivo (DOC) con l’ipnosi facilita la terapia, aggirandone e utilizzandone le resistenze che molto spesso rischiano di vanificare il trattamento in corso.
Risultati clinici
Un’ampia rassegna relativa al trattamento ipnotico di 505 bambini e giovani che riportavano problemi clinici, tra cui il dolore, l’asma, l’obesità, l’ansia, i disturbi legati alle abitudini, l’enuresi e l’encopresi, è stata pubblicata da Daniel Kohen e colleghi (Kohen et al., 1984) e viene considerata ancora oggi fra le più significative.
L’evidente efficacia dell’ipnosi pediatrica è documentata da Cochrane e altre rassegne sistematiche, soprattutto per quanto riguarda disturbi come la nausea, il vomito e i fastidi associati alle cure chemioterapiche in pazienti oncologici pediatrici, il dolore e il disagio associati alle procedure mediche e il dolore e la paura dell’ago.
Esistono recenti studi controllati relativi all’efficacia dell’ipnosi nella cura delle ustioni. Alcuni rapporti relativi alla ricerca dei correlati fisiologici dell’esperienza ipnotica con i bambini descrivono i cambiamenti della funzionalità cardiovascolare in associazione con l’ipnosi ed anche i cambiamenti della funzionalità polmonare tramite la pratica dell’autoipnosi nei casi di asma infantile (esistono anche dei risultati comportamentali evidence based in questo campo).
È da segnalare una ricerca pubblicata da Olness, Uden e McDonald (1987) che dimostra la maggiore efficacia dell’intervento ipnotico rispetto all’uso dei farmaci nel trattamento dell’emicrania giovanile. In gastroenterologia sono stati eseguiti studi randomizzati e controllati sulla efficacia primaria della terapia ipnotica per il dolore addominale funzionale o sindrome da colon irritabile.
La ricerca più significativa in questo ambito è quella di Vlieger e colleghi (2012), i quali hanno dimostrato che la remissione dei fastidi causati da tale sindrome, dura per 5 anni nel 68% dei bambini trattati con l’ipnosi contro il 20% del gruppo con trattamento medico standard.
Controindicazioni, precauzioni e profilo di sicurezza
Occorre smentire in tutti i modi, soprattutto nel campo dell’età evolutiva, l’idea che l’ipnosi possa essere considerata un fenomeno da intrattenimento. Qui ci riferiamo ad uno strumento terapeutico a tutti gli effetti, utilizzabile in ambito clinico unicamente da medici psicologici specializzati e in grado di valutare le situazioni in cui questa terapia può essere o applicata o no. In genere non presenta controindicazioni, ma è necessario essere molto prudenti quando ci si trova di fronte ad un adolescente con esordio o temuto esordio psicotico. In tal caso è sconsigliato procedere con tecniche ipnotiche, così come in generale sono sconsigliate le forme ritualistiche di induzione della trance, affinché il bambino non confonda la pratica ipnotica con una pratica magica, ma al contrario diventi consapevole della “magia” che può nascere dall’uso delle sue risorse personali.
Spesso il bambino trae da un sintomo vantaggi relazionali secondari che rivelano condizioni e dinamiche più complesse per cui è richiesto il coinvolgimento dell’intera famiglia in terapia.
Considerazioni conclusive sull’ipnosi clinica in età pediatrica
Nell’ipnoterapia pediatrica i tentativi di integrazione fra osservazioni di tipo clinico e attività di ricerca sollevano numerosi problemi di ordine metodologico, per cui la ricerca in questo campo non va al passo con l’efficacia del trattamento ipnotico nella clinica.
Livello di efficacia dell’ipnosi (evidence based): la letteratura evidence based in merito non è particolarmente ampia e richiede di essere sostenuta e confermata da ulteriori contributi, soprattutto nell’area dei disturbi psichici e comportamentali.
Nel dolore acuto ricorrente e cronico, l’efficacia dell’ipnosi, come metodo primario e secondario di alleviamento del dolore, è stata riconosciuta. In letteratura sono presenti alcuni studi controllati relativi ai benefici del trattamento ipnotico di ansia e fobie dovute a pratiche mediche e chirurgiche, di disturbi derivanti dalle cure oncologiche e dalla sindrome del colon irritabile. Risultati clinici positivi derivano dal trattamento ipnotico di disturbi quali emicrania, enuresi, tic, disturbi psicosomatici e somatoformi. Parliamo di una tecnica in grado di essere integrata con altri approcci terapeutici, in un programma multidisciplinare.
Soprattutto in caso di malattie croniche, l’autoipnosi può contribuire alla riduzione dei farmaci, a una migliore qualità della vita in generale (Kohen, Olness, 2011) e in alcune situazioni si è dimostrata in grado di accelerare i processi di guarigione.