Tabagismo
Tabagismo
Fumare è quasi sempre una condizione di dipendenza dalla nicotina, una sostanza psicoattiva che stimola fortemente il sistema nervoso centrale. La nicotina agisce aumentando la pressione sanguigna e la quantità di adrenalina nel sangue, conferendo una sensazione di energia e contribuendo a modificare lo stato di coscienza.
È generalmente accettato che il fumo sia la principale causa prevedibile di malattia e di morte nel mondo. Costituisce il principale fattore di rischio per vari tipi di cancro (in particolare ai polmoni), per le malattie cardiache e i disturbi arteriosi e per le malattie polmonari come la bronchite e l’enfisema.
Epidemiologia
In Italia i fumatori costituiscono il 22,3% della popolazione (11,7 milioni); il 23,9% degli uomini e il 20,8% delle donne. Il 13,8% dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 15 anni e circa il 71,7% tra i 15 e i 17 anni (indagine Iss-Dooxa, 2017). Il 75% dei fumatori consuma più di 10 sigarette al giorno. Gli ex fumatori sono il 12,1%.
Più del 75% dei fumatori ha provato a smettere di fumare almeno una volta e circa il 40% cerca di farlo ogni anno, ma solo il 6% di questi in realtà riuscirà a farlo.
Classificazione
Nel DSM-5 (2014) i disturbi correlati al tabacco si suddividono in disturbo da uso di tabacco e da astinenza da tabacco e sono collocati all’interno dei disturbi correlati a sostanze.
Clinica
Il disturbo da uso di tabacco è caratterizzato da un uso problematico di tabacco in cui questo è assunto in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto si vorrebbe; c’è desiderio di ridurre o controllare l’uso di tabacco e sforzi che però non portano al risultato desiderato.
Il disturbo da astinenza da tabacco è caratterizzato dall’uso quotidiano di tabacco per varie settimane e da una brusca interruzione dell’uso (o una riduzione della quantità) di tabacco seguita da irritabilità, ansia, difficoltà di concentrazione, aumento dell’appetito, insonnia, ecc.
Eziologia e fisiopatogenesi
Il fumo può essere considerato come un disturbo dell’abitudine. La maggior parte della letteratura che si occupa di trattamento mediante l’ipnosi utilizza questa definizione. Il disturbo dell’abitudine è definito come un’attività o un comportamento che è diventato automatico e viene attivato da numerosi stimoli indipendenti dello stimolo originale.
Criteri diagnostici
Sono costituiti dall’uso continuo nonostante i problemi fisici e sociali che comporta, dal “craving” ossia la spinta all’uso, dagli sforzi infruttuosi per cercare di smettere o di ridurre e dal fenomeno della tolleranza e dell’astinenza.
Principi di trattamento
I metodi per smettere di fumare sono numerosi. Ci sono trattamenti farmacologici (con sostitutivi, agonisti o antagonisti della nicotina; con antidepressivi), libri di auto-aiuto, trattamenti psicologici, soprattutto comportamentali, che includono le tecniche di repulsione (ad esempio fumare senza sosta per molte ore); la desensibilizzazione sistematica, la prescrizione programmata a fumare, lo stipulare contratti con i membri della famiglia o con amici intimi che includono sanzioni economiche; le terapie di gruppo, l’agopuntura e l’ipnosi.
Indicazioni cliniche
I vantaggi dell’uso dell’ipnosi sono l’assenza di effetti collaterali, la valorizzazione del senso di autocontrollo e l’utilizzazione simultanea di molte dimensioni motivazionali specifiche proprio di quella persona. Si può supporre che vi è un ulteriore vantaggio nell’uso dell’ipnosi: quello di porsi come un metodo alternativo per ottenere quel cambiamento nello stato di coscienza che spesso si è ricercato con la nicotina. L’ipnosi, infatti, può portare cambiamenti sulla coscienza di una persona, nel suo corpo, nelle emozioni, nella memoria oltre che nel comportamento. Cambiamenti che la persona può modellare utilizzando le risorse interne attraverso l’apprendimento dell’autoipnosi.
Tecniche ipnotiche
L’intervento ipnotico per smettere di fumare è breve, da una a tre sedute, e pone particolare enfasi sull’esame delle motivazioni uniche della persona che vengono, in trance ipnotica, intensificate. Accanto ad una sezioni della seduta in cui si fa vivere avversione verso il fumo, si fa sperimentare alla persona la condizione di benessere profondo per la propria capacità di autocontrollo nel futuro in pieno contatto con le proprie risorse interne. In un’iniziale fase esplorativa delle motivazioni, l’uso dello pseudorientamento temporale (proiezione immaginativa del futuro) può essere utile per preservare la persona dalle conseguenze del fallimento per essersi esposta a interventi di cambiamento troppo precoci rispetto alla disposizione emotivo-motivazionale di cui è in possesso al momento della richiesta (Rago, Volpi, 2015). Inoltre permette al paziente di scoprire i fattori bloccanti, di essere aiutato ad accettarne le valide ragioni e/o ad avviare un processo di elaborazione delle emozioni conseguenti al cambiamento, prima ancora di lavorare al cambiamento.
Risultati clinici
Una meta-analisi comparativa, dei primi anni ’90, di oltre 600 studi su 72.000 persone provenienti da America ed Europa sui metodi usati per il tabagismo ha evidenziato che in media l’ipnosi risulta essere 3 volte più efficace dei metodi sostitutivi della nicotina e 15 volte più efficace del provarci da soli.
Dal 1994 al 2004 singoli studi riportano percentuali di successo tra l’85% e il 90% nei soggetti trattati con un protocollo ipnotico. Dal 2006, invece, gli studi riportano successi del 40% a 6 mesi. Nel 2013 uno studio su una singola sessione di ipnosi di gruppo ha riportato una percentuale di successo del 14,7% non superando il trattamento del rilassamento di gruppo. Infine, nel 2014 i tassi di astinenza dal fumo a 6 mesi sono stati del 36%, rispetto al 18% del solo trattamento sostitutivo della nicotina. Nello stesso studio è stato dimostrato che il trattamento combinato dell’ipnositerapia con i cerotti alla nicotina non migliora la percentuale di successo.
In una metanalisi (Barnes et al., 2010) che ha riguardato 11 studi che comparavano l’ipnoterapia con 18 differenti interventi di controllo, si afferma che non c’è evidenza di una maggiore efficacia dell’ipnoterapia rispetto ad altri trattamenti psicologici.
Una successiva metanalisi (Tahiri et al., 2012) ha attribuito all’agopuntura un fattore di incremento dell’astinenza dal fumo di 3,53 e un fattore di 4,26 all’ipnositerapia: dati che sembrano promettenti soprattutto se comparati con la farmacoterapia che ha un fattore compreso tra 2 e 2,5. La combinazione di più metodi, inoltre, sembra essere più efficace del loro uso singolo.
Controindicazioni, precauzioni e profilo di sicurezza
La letteratura scientifica non sembra riportare dati che indichino controindicazioni dell’uso dell’ipnosi nel trattamento per smettere di fumare.
Considerazioni conclusive sull’ipnosi nel tabagismo
Livello di efficacia dell’ipnosi (evidence based): buono. Alcuni studi portano percentuali di successo ad un follow up a 3 mesi o a 6 mesi tra l’85 e il 90%. Studi più recenti, sebbene molto più cauti (40% di successo), attribuiscono comunque all’ipnosi la maggior percentuale di riuscita quando paragonata ad altri metodi. Le recenti metanalisi rilevano che l’ipnosi è efficace per smettere di fumare ma, allo stato attuale, non si può giungere a una conclusione forte, ossia statisticamente significativa, circa l’efficacia dell’ipnosi rispetto ad altri trattamenti in quanto sono necessari campioni più numerosi all’interno di studi randomizzati e controllati.
Il tabagismo, inoltre, al pari di altre dipendenze da sostanze psicoattive, è definito come una malattia cronica recidivante. Un gran numero di fumatori attua, nel corso della vita, molteplici tentativi per smettere di fumare ma solo una percentuale esigua ha successo. Inoltre, tutti i metodi, dopo il successo iniziale hanno una percentuale di ricaduta del 50% entro i primi 6 mesi (30% nel primo trimestre, 20% nel secondo).
L’ipnosi, così come altri interventi di tipo psicologico o farmacologico, si deve quindi confrontare con il problema costituito dall’alto tasso di recidive.
Una difficoltà, rilevante per la cessione del tabagismo, è la creazione della motivazione al cambiamento. Si raccomanda, pertanto, che la motivazione del paziente di cambiare davvero sia esaminata, e di potenziarla se possibile prima di effettuare l’intervento in ipnosi.